lunedì 21 dicembre 2015

Funghi pleurotus impanati e crêpes di funghi

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Mancano pochi giorni a Natale e magari avete voglia di qualche idea per i vari pranzi/cene festivi. Quando festeggiavo con i miei, mia madre ci faceva sempre i funghi e i carciofi fritti e ora mi mancano moltissimo, ma di certo niente rispetto a quanto mi manca lei. Ero appena diventata vegana quando abbiamo passato l’ultimo Natale insieme e lei preparò la pastella senza uova per me. Diciamocelo, friggere, anche se con poco olio, è sempre un po’ una rottura, e quindi trovarli pronti li rende ancora più buoni :P

Comunque pensando a questa ricetta ho deciso di replicare la ricetta di mia mamma. Lei usava i champignons ma quando in negozio ho visto questi bei pleurotus ho pensato di usare questi. Ne avevo presi molti così ad un certo punto, stufa di friggere e con ancora un bel po’ di pastella, ho deciso di fare delle crêpes. Con questo post quindi avete due possibilità: potete scegliere se fare una o entrambe le ricette utilizzando gli stessi ingredienti!

venerdì 11 dicembre 2015

La mia libreria: La cucina della Capra - Comfort food vegetale

La mia libreria: recensioni di libri di cucina e inerenti il mondo vegan.
Inauguro oggi una nuova rubrica, voglio raccontarvi i miei libri di cucina ed i miei libri vegan. Ci pensavo da molto e non mi sono mai decisa a farlo. Il tempo è sempre poco e anche la diminuita frequenza dei miei articoli/ricette dimostrano che non riesco a dedicare al blog tutto il tempo che ho voluto e potuto dedicare agli esordi. Ultimamente però la mia libreria si sta riempiendo di testi significativi che penso valgano la pena essere letti anche da altri e così vorrei condividere con voi il mio pensiero a proposito e, magari, riuscire a stimolare un confronto su tali argomenti. Per quanto riguarda i testi di cucina sono molto lieta di poter suggerire delle letture a chi si avvicina alla cucina vegetale per i diversi motivi, per quanto riguarda i testi vegan sono lieta di fornire i titoli di alcuni testi che possono aumentare la consapevolezza sulla tematica e dare qualche spunto in più a chi non conosce ancora bene l’argomento.

Per inaugurare la rubrica ho colto l’occasione dell’uscita del libro di Carla Leni, alias la Capra, che mi è arrivato in dono la scorsa settimana. Appena aperto il pacco sono stata catturata dall’intensità della foto di copertina e dalle emozioni che ha suscitato in me: le mani che reggono all’altezza del ventre un tegame con del cibo rappresentano esattamente quello che io intendo per cibo che suscita emozioni. Mi è molto piaciuta la descrizione fatta all’inizio del libro, dove Carla spiega il suo significato di comfort food, forse anche perché è una tematica che mi ha sempre affascinato ed attratto, grazie alle origini (anche a tavola) tanto diverse dei miei genitori e del concetto che io ho di pranzo tutti insieme con la famiglia o con gli amici cari. Riprodurre pietanze dell’infanzia rese completamente vegetali che stimolino i ricordi e le emozioni a loro associate, condividere l’amore e la passione per la preparazione del cibo, la gioia e la felicità della condivisione sono esperienze fondamentali nella mia vita, anche se ridotte drasticamente da quando sono vegana e da quando ho visto allontanarsi i momenti di incontro con palati meno inclini a condividere e supportare questo mio percorso di vita. Tutte quelle esperienze invece traspaiono chiaramente da ogni ricetta di Carla e rendono magico ogni piatto. Questa magia è illustrata perfettamente anche dalle splendide foto che riempiono il libro, da quelle delle pietanze a quelle che raccontano l’ambiente in cui è inserita la vita di Carla.

Oltre alla tematica scelta e alle foto, il libro presenta altre gradevoli aspetti: le ricette sono strutturate con cura e suddivise in 10 tematiche, dalle colazioni alle bevande, ognuna con dieci ricette per un totale di 100 ricette, quasi tutte inedite. Le ricette si riferiscono a preparazioni sia italiane sia straniere e sono preparazioni semplici, in gran parte facili, alla portata di tutti, con pochi ingredienti, ma senza essere mai banali. Ogni ricetta è introdotta da un aneddoto di vita vissuta o da un “incipit” alla ricetta divertente. Anche il formato è piacevole, non troppo grande e con un bel numero di pagine tutte da sfogliare.

Per ora di lati negativi non ne ho trovati, forse solo l’odore del libro (troppo intenso per le mie narici) … e il fatto che ancora non c’è la dedica dell’autrice :P


Carla Leni
EIFIS Editore
256 pagine
Ed. 2015


Aggiungo con molto piacere la mia recensione alla rubrica di Annalisa  - Passato tra le mani - Il giovedì del libro di cucina:

martedì 8 dicembre 2015

Torta salata al dragoncello con verdure e ricotta

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A dicembre ci si prepara per le festività e le pietanze tipiche del Natale abbondano nei diversi blog. Io in questo periodo mi ero abituata a mangiare senza glutine ma panettone, pandoro e biscotti pan di zenzero reclamano la mia attenzione, quindi mi sa che farò una pausa natalizia proprio per preparare (e gustare) questi dolci. Per ora vi propongo una tortina salata che potrete preparare anche per le feste, è golosa e ricca, potete mangiarla come pasto unico, magari preceduta da un’insalata a foglia verde.

sabato 28 novembre 2015

Spaghetti con polpettine al sugo

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Se guardate i siti/blog americani di cibo la ricetta degli spaghetti con le polpette al sugo sono un classico di quella che loro considerano la cucina italiana … mentre noi invece non la conosciamo quasi questa ricetta, o comunque la mangiamo raramente. Io da piccola credo di averli mangiati un paio di volte gli spaghetti fatti così, ma non potrei giurarci. E voi li mangiate? Io vi propongo le polpette gluten free della ricetta precedente (a dire il vero ho preparato le polpette proprio per farle con gli spaghetti) ma voi le potete sostituire con qualunque altra ricetta se preferite.

domenica 8 novembre 2015

Polpettine di azuki rossi gluten free

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Vi piacciono le polpette? Io le adoro, piccoli bocconcini golosi, cotti in padella con la crosticina sono il top ma anche al forno sono buonissime! Pensavo a quanti modi abbiamo per preparare alimenti vegetali e quanti tipi di polpette vegetali possiamo ideare e creare, spinti dalla creatività e dalla voglia di preparare sempre qualcosa di diverso, per variare e combattere la monotonia, cosa tipica di una dieta onnivora, contrariamente a quanto si possa pensare. E così vi propongo queste piccole chicche perfette come secondo ma anche per uno sfizioso aperitivo.

martedì 27 ottobre 2015

Vellutata di carote e cavolfiore con fagioli neri

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E mentre in Italia si cerca di trovare delle scuse e delle giustificazioni per poter continuare a mangiare carne dopo che l’OMS ha sganciato la bomba che la carne rossa fa male, io vi propongo questo concentrato di vitamine, minerali e proteine anti-tumorale!

sabato 17 ottobre 2015

Patate ripiene di funghi e ricotta di soia

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Non mangio molto spesso le patate ma non posso che riconoscere che sono veramente molto versatili, oltre che buone, e le ricette che si possono fare utilizzandole sono infinite. Recentemente mi sono fissata su certe ricette che prevedono le patate e così ho deciso di fare delle gradevoli eccezioni e le ho riportate sulla mia tavola in massa! In particolare questa con anche la Shepherd Pie versione vegan, sono state le regine del pranzo che per il mio compleanno ho organizzato con alcuni amici intimi.

sabato 10 ottobre 2015

Plumcake allo yogurt

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Non mangio moltissimi dolci, sarà che da quando mangio tanta frutta non sento più l’esigenza dei dolci. Ma ogni tanto un dolce ci sta! ^_* Ho sempre avuto voglia di fare un dolce semplice con pochi ingredienti ed il plumcake allo yogurt da vegetariana non mi era mai riuscito! Allora mi ci sono messa d’impegno ma da quando sono vegana non solo ho ritrovato la voglia di preparare dolci ma non faccio neanche nessuna fatica a farli uscire delle vere e proprie delizie! E non lo dico perché li faccio io, sono sicura che sono veramente a prova di incompetente! Questo infatti è un dolce semplicissimo, facile da fare e soffice come una nuvola, perfetto per le colazioni e per le merende. Lo faccio spesso e mi piace sempre moltissimo. Provate e fatemi sapere!

domenica 27 settembre 2015

Frittelle acide di fiori di zucchina

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Ogni tanto capita che il mio licoli sia stanco (non panifico più tantissimo) e così lo devo rinfrescare più volte per farlo riprendere. Anche se faccio dei piccoli rinfreschi ottengo un bel po’ di prodotto che poi devo utilizzare in qualche modo. Un giorno ho provato a fare delle frittelle acide per vedere se il gusto mi soddisfaceva e devo dire che mi piacevano molto. Se poi sopra ci spalmo del vegrino sono perfette sia come antipasto sia come colazione salata. E proprio con questa funzione che le propongo al contest “il buongiorno si vede dal mattino” della bravissima Francesca del blog La Tana del Riccio, e in giuria, oltre a lei, c’è la mitica Titti della Casota Vegan, un B&B 100% vegan sul Lago di Garda, con delle colazioni STRATOSFERICHE!!!

domenica 20 settembre 2015

Peperoni dolci baby imbottiti

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Ultimamente mi sto cibando molto di frutta e verdura cruda, così al naturale, senza ideare grandi ricette, solo frutta così come natura l’ha creata e insalate. La sera spesso cucino qualcosa di cotto, cose semplici, senza pretese di esser presenti sul blog. Questo mi fa stare molto bene, consiglio anche a voi un po’ di “alleggerimento” delle vostre diete, il pomeriggio riesco ad avere molta più energia per fare le mie cose, niente più abbiocco post prandiale e meno “voglie” di cibo spazzatura o di spuntini ipercalorici. Provate!

mercoledì 2 settembre 2015

Gnocchi ripieni di pesto di olive al sugo di pomodoro

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È passato quasi un mese dall’ultima ricetta, il tempo è volato via mentre mi curavo le ferite che il mio piccolo micetto mi faceva con denti e unghie per “difendersi”, spaventato dopo aver passato due giorni e tre notti smarrito in un giardino. Anche se mi aveva riconosciuto era talmente spaventato che anch’io risultavo essere un “nemico” da cui difendersi. Ma ora lui sta bene ed è sano e salvo a casa, io ho ripreso ad utilizzare tutte e due le mani e quindi anche a cucinare. Questa ricetta è precedente alla convalescenza, ma anche scrivere era dura ... l’ho fatta un giorno presa dalla voglia di usare le patate, l’idea mi è venuta così, sulla falsariga degli gnocchi de susini, ricetta tipica triestina.

Ingredienti per gli gnocchi
- patate vecchie
- farina di tipo 2 (semi integrale)
- sale

Ingredienti per il pesto di olive
- olive carnose tipo mammuth
- origano

Ingredienti per il sugo di pomodoro
- pomodori per il sugo (o pelati)
- origano
- salvia
- basilico
- aglio
- olio evo
- sale
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Per prima cosa preparate velocemente il pesto (o trito) di olive frullando finemente le olive solo con l’origano. Olio e sale invece non servono.

Per la passata di pomodoro fate andare uno spicchio d’aglio intero con l’olio quindi versate i pomodori tagliati a pezzetti e passati nel passa pomodori, cucinate velocemente fino ad assorbire l’acqua, verso la fine della cottura aggiungete le spezie e salate.

Per gli gnocchi lessate le patate, togliete la buccia, schiacciate con lo schiacciapatate o con una forchetta e lasciate raffreddare. Aggiungete quindi il sale e quanta farina serve per avere un composto morbido, non aggiungete troppa farina altrimenti poi saranno duri da mangiare. Non ho scritto le quantità perché dovete sentirlo con le mani, il composto dipende molto da quanta acqua contengono le patate, per questo sono da preferire quelle vecchie e farinose che ne contengono poca e così serve poca farina. Quando sentite che l’impasto è pronto prendetene una pallina da golf appiattitela sul palmo della mano e metteteci dentro un po’ del composto di olive, chiudete bene, sigillando con dei pizzicottini e adagiate su un piatto infarinato.

Quando sono pronti tutti tuffate delicatamente alcuni gnocchi alla volta in una pentola colma di acqua bollente e salata e fate andare a fuoco medio. Il consiglio è di usare una pentola larga così gli gnocchi non rischiano di toccarsi uno con l’altro in cottura. Dopo qualche secondo da quando vengono a galla raccoglieteli con una spumarola, impiattate e coprite con il sugo.

Volendo potete poi spolverizzarli con del Grana Vegan o semplicemente con del lievito alimentare in scaglie.

martedì 4 agosto 2015

Lemon tart al sambuco

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A fine luglio abbiamo fatto l’incontro annuale tra vegani a casa degli amici Tamara e Rodrigo, come al solito ognuno portava qualcosa da mangiare o da bere e si stava insieme tutto il giorno. La temperatura era mite con un bel venticello, quindi io sono stata benissimo (è la mia temperatura ideale!), niente bagno in piscina però. Ho conosciuto persone nuove ed assaggiato tantissime cose buone preparate da vegani e non. Io per l’occasione ho portato anche questo dolcetto, me lo pregustavo da tempo, ho sempre voluto fare la lemon curd ed ho messo insieme diverse preparazioni per fare una cosa un po’ particolare. Non volevo accendere il forno, quindi la base è cruda, la crema al limone è cotta, sopra la panna è acquistata, una volta all’anno lo faccio anch’io … ma voi potete cambiare e metterci quella che volete. Per esempio qui ci vedo bene anche la panna di cocco. In ogni caso potete mangiarla anche senza panna, io l’ho aggiunta perché la crema al limone è proprio taaaaanto al limone e la panna serviva per compensare con la dolcezza ma se vi piace il limone si può fare anche senza ^_^

Ingredienti per la base
- 100g di nocciole
- 100g di mandorle
- 8 datteri
- buccia di 1 limone
- sciroppo di sambuco
- 40g di acqua di ammollo dei datteri

Frullate tutti gli ingredienti in un frullatore potente fino a ridurre tutto in una pasta da poter stendere su una base per crostate da 24cm. Livellate bene e lasciate riposare in frigo intanto che preparate la crema
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Ingredienti per la lemon curd
- succo di un limone e mezzo (60g circa)
- 150g di acqua di ammollo dei datteri
- 350g di acqua
- 4C di sciroppo di sambuco
- una punta di cucchiano di curcuma
- 140g di farina di tipo 2 (semi integrale)
- 60g di olio di riso

Sciogliete la farina nell’olio con la curcuma. Mettete tutti gli altri ingredienti insieme ed aggiungete un po’ del composto alla volta mescolando bene per ottenere una crema liscia, quando avrete aggiunto tutta la parte liquida mettete sul fuoco e portate a bollore. Il composto di addenserà, mescolate continuamente per evitare che si attacchi. Cucinate ancora per qualche minuto quindi versate sopra la base, lasciate raffreddare e mettete in frigo.

Potrebbe sembrare che non si addensi molto ma una volta raffreddata sarà più densa, non tanto da tagliare delle belle fette nette (restano un po’ morbide), per questo conviene passare la torta per un po’ in freezer, mentre con più addensante sarebbe venuto più gommoso e così il sapore è perfetto a mio avviso.

Decorate se vi va con la panna e servite.
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mercoledì 24 giugno 2015

Polpette di okara

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Se vi fate il latte di soia in casa sapete che il “problema” è smaltire l’okara e trovare delle ricette in cui usarla per non fare sempre le stesse cose. Queste polpette sono saporite e gustose, cotte in forno restano un pochino secche e per questo sono da preferire con un buon sughetto al pomodoro, se fritte sono perfette così. Buone subito ed anche i giorni dopo. Con l’okara di 4 litri di latte di soia (400g di fagioli di soia) ne sono venute una cinquantina più o meno.

Ingredienti
- 800g di okara del latte di soia (400g di soia secca)
- olive nere
- sale
- pepe bianco
- aglio in polvere
- salvia secca
- zenzero in polvere
- cumino frullato
- olio
- 4C di farina di soia
- farina di mais

Mescolate tutti gli ingredienti aiutandovi con dell’acqua per rendere l’impasto della morbidezza desiderata. Fate le polpette con le mani, passatele nella farina di mais e mettetele su una leccarda con la carta da forno. Cucinate per 40 minuti al massimo. Oppure friggere in abbondante olio o potete anche solo cucinarle in una padella antiaderente con un goccino di olio.

Ingredienti per il sugo di pomodoro
- salsa di pomodoro
- timo
- paprika
- aglio in polvere
- sale

Scaldate la salsa, aggiungete le spezie e cucinate per qualche minuto. Servite sopra le polpette.
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giovedì 4 giugno 2015

Bulgur e quinoa con carote stufate e noci pecan

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La quinoa è un alimento completo, ricco di proteine e privo di glutine, non è un cereale anche se viene considerato e utilizzato come se lo fosse, non è tra i miei alimenti preferiti, infatti questa è la prima ricetta in cui lo uso, avevo diverse riserve ma mangiato insieme al bulgur, di cui neanche vado matta, devo dire che mi sono piaciuti entrambi, ne è uscito un piatto veramente gustoso e saporito, grazie anche alle numerose spezie che ho messo certo, ma ne sono proprio soddisfatta. E poi è anche molto saziante! E un grazie va a Allegra che mi ha regalato il sacchetto di bulgur e quinoa.

Ingredienti
- 70g di bulgur e quinoa
- 2 carote
- ½ cipolla
- una manciata di noci pecan
- aglio in polvere
- salvia
- erba cipollina
- sale al dragoncello
- sale
- olio
- lievito alimentare in scaglie

Pelate le carote e tagliatele a tocchetti, tagliate a pezzetti piccoli anche la cipolla, mettete tutto in padella, coprite con l’acqua e cucinate per circa 5 minuti finché l’acqua si assorbe, aggiungete un cucchiaio d’olio, le spezie ed un filo d’acqua, cucinate a fuoco lento con coperchio finché le carote sono cotte. A fine cottura aggiungete le noci pecan fatte a pezzetti.

Bollite il bulgur con la quinoa per 10-11 minuti in acqua salata, scolate e versate sulle carote, mescolate, impiattate e servite con lievito alimentare in scaglie.
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mercoledì 27 maggio 2015

Biscotti alle mandorle e albumi vegani

Dolcissimi e golosi biscottini di mandorle e albumi vegani, friabili e croccanti, si sciolgono in bocca.
La prima volta che ho provato a fare le meringhe, che per inciso non ho mai fatto neanche da onnivora/vegetariana, ho montato gli albumi vegani per un tempo molto basso per la mantenerle sode anche in cottura ma troppo lungo per i miei gusti. Lo so che vanno montati a lungo, ma mi sembra una cosa così noiosa (PS: pochi giorni fa ho visto una persona montare gli albumi animali e ribadisco: è troppo per i miei gusti … ). Comunque le meringhe in cottura si sono afflosciate ed io ho pensato a come recuperare tutti quegli albumi vegani dolcissimi. A parte metterli nei cupcake (vedi foto nel post sugli albumi vegani), ho pensato a farci anche questi biscotti con le mandorle, senza la pretesa di averli spumosi (oggi ho fatto una ricerca e in rete se ne trovano tantissimi anche esteticamente simili ai miei). Il risultato è stato “sorprendente” (sì dai, direi che ormai non mi sorprende più): anche se fini, sono friabili e croccanti ma si sciolgono in bocca, supercalorici per la quantità di zucchero certo ma buonissimi grazie anche alle mandorle. Sono proprio perfetti per quel giorno che anche voi vi stuferete di montare gli albumi vegan e deciderete di usarli in qualche altro modo. ^_*

Ah, il colore un po’ scuretto è dovuto alle bucce delle mandorle: le ho frullate con tutta la buccia.

Ingredienti
- 100g di acqua dei ceci
- 125g di zucchero di canna
- 1C di succo di limone
- 40g di mandorle

Frullate le mandorle più fini possibile e riducete a velo lo zucchero di canna (io ho usato il macinacaffè).

Montate l’acqua dei ceci a neve, aggiungete il succo di limone quindi lo zucchero, lentamente mentre frullate. Aggiungete le mandorle e mescolate con delicatezza.

Mettete delle cucchiaiate di impasto sulla leccarda coperta da carta forno e cucinate a 100° per circa 45 minuti. Verificate la cottura perché ogni forno è diverso (e il mio è parecchio strano O.o), attenzione a non scurirli troppo, provate a toccarli con le dita quando pensate che siano cotti, possono essere anche morbidi ma che siano cotti, poi comunque raffreddandosi si induriscono.

mercoledì 6 maggio 2015

Frittata di albumi vegani

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Nelle sperimentazioni con gli albumi vegani volevo lanciarmi in qualcosa di salato (come vi avevo detto non amavo molto i dolci con molti albumi e molto zucchero) e così mi è venuta in mente la frittata di albumi, che neanche da vegetariana ho mangiato mai, ma mi ispirava sperimentare, soprattutto perché immaginavo che, come nei cupcake (vedi foto nel post sugli albumi vegani), il composto venisse bello soffice e così è stato. Incredibilmente soffice e spumoso, una frittata che si scioglie in bocca. Perfetta, buonissima e anche bella, vero? Provatela e fatemi sapere dai!

Ingredienti per una monoporzione
- 2C di farina di ceci
- acqua
- sale
- pepe bianco
- aglio in polvere
- lievito alimentare in scaglie
- erba cipollina
- 4C di albumi vegani montati a neve
- olio evo

Fate la pastella con la farina di ceci, le spezie ed un po’ d’acqua. Lasciate la pastella abbastanza densa che poi ad ammorbidirla ci pensa l’albume vegano. Frullate l’aquafaba (acqua di cottura dei ceci o di altro legume) montandola a neve bella soda e spumosa. Prendete 4 cucchiai di questo composto ed aggiungetelo alla pastella pian pianino, facendo attenzione a non smontare gli albumi, con dei gesti lenti dal basso verso l’alto ed incorporando aria.

Scaldate una padella antiaderente con un filo d’olio, versate il composto, abbassate al minimo il gas e coprite con un coperchio. Cucinate su entrambi i lati.
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Da quando mettete il composto bello alto e soffice a quando la mangiate si sarà sgonfiata un bel po’ ma la consistenza della frittata resta comunque soffice tanto da sciogliersi in bocca … tutta un’altra cosa rispetto la frittata di ceci classica!

Per frittate più grandi aumentate le dosi cercando di mantenere le proporzioni, non saprei comunque garantire per elevate quantità, soprattutto se non incorporate bene gli albumi vegani. Allo stesso modo l’altezza della frittata è importante: se la fate troppo alta rischiate che non si cucini molto, se la fate troppo bassa rischia di uscirvi una crêpe. Sperimentate, questa è la cosa migliore!
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domenica 3 maggio 2015

Vellutata di cavolo cappuccio viola

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Oggi sono andata a correre la Bavisela, una corsa non competitiva di Trieste, che parte dal Castello di Miramare ed arriva in piazza Unità, per un percorso di 7km. Non mi sono allenata moltissimo per una cosa o l’altra ma l’ho fatta tutta correndo ed ho migliorato anche il tempo dello scorso anno, percorrendo il tratto in 45’. Non mi sentivo in gran forma correndo e mi sono dovuta automotivare ma sono soddisfatta della mia performance anche perché c’era una grande umidità e quindi faceva molto caldo nonostante fosse tutto nuvolo. Almeno avesse piovuto ci rinfrescavamo un po’. Visti all’arrivo i concorrenti della maratona e della mezza maratona mi rendo conto di essere ancora una volta attratta da quelle distanze anche se in realtà non c’è una motivazione poi così forte visto che non mi alleno per quelle distanze. Chissà se il prossimo anno farò la mezza?
la mia sfida
la mia sfida
Arrivata a casa ero talmente stanca che sono stata felice di avere pronta della minestra di verdura del giorno prima, così non ho dovuto cucinare. Prima scodella l’ho lasciata così, la seconda l’ho fatta a vellutata, il suo colore mi ha messo un’allegria, non è bellissimo? Il gusto è molto interessante, poi con un giro di olio buono a crudo è la fine del mondo! ^_^

Ingredienti
- 2 patate
- 1 cipolla
- 1 cavolo cappuccio viola piccolo
- 1 carota
- 3-4 spicchi d’agio
- olio evo
- sale (a piacere)
- erba cipollina (opzionale)
- semi di canapa (opzionale)
- lievito alimentare in scaglie (opzionale)

Tagliate a tocchettini piccoli patate, carota e cipolla, e a striscioline il cavolo. Mettete tutto in pentola con gli spicchi d’aglio e coprite d’acqua. Fate bollire per circa 15-20 minuti. A fine cottura potete aggiungerci del sale se volete (io uso il lievito che mi da la sapidità necessaria, oltre alle altre proprietà) e mangiare così, magari potete anche aggiungerci dei legumi (ieri ci avevo messo dei piselli).

Per fare la vellutata frullate bene, impiattate, mezzo cucchiaio di olio per ogni piatto e, se gradite, un po’ di erba cipollina, mezzo cucchiaino di semi di canapa e abbondante lievito. Delicata e morbida, un gusto molto gradevole.

martedì 28 aprile 2015

Albumi vegani

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Da un paio di mesi a questa parte sta girando molto l’invenzione del secolo per la nostra cucina ovvero gli albumi vegan. La prima cosa che ti viene in mente quando pensi agli albumi e a quello che ci si può fare in cucina sono le meringhe, vero? In effetti non c’era nessuna invenzione uguale fin'ora, forse qualcosa che ci assomigliasse ma nulla di uguale. Invece questa invenzione le rende identiche!!!

Le prime meringhe le ho viste su blog americani e poi anche francesi e italiani (in Italia per prime ne hanno parlato la mitica Ravanella e prima le ho viste su un altro blog che ora non ricordo). Lo sperimentatore / inventore è l'americano Goose Wohlt con il francese Joël Roessel (sito aquafaba).
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Ora, pensate all’importanza che questa scoperta ha nella cucina, tutte le ricette con l’aggiunta di gran quantità di albumi possono essere semplicemente riviste mettendo al loro posto questa invenzione (le piccole quantità semplicemente possono essere omesse)! E non è poco perché tutti possono farlo, non solo noi vegani, tutti, dagli intolleranti agli onnivori che vogliono migliorare la loro salute evitando proteine animali e avere un prodotto più leggero. Perché pensandoci bene gli albumi non forniscono nessun gusto in più e sono utilizzati solo per la loro consistenza.

Ma qual è l’invenzione e come funziona? È semplicemente l’acqua di cottura dei legumi montata a neve. In particolare sembra che sia la lisina, l'aminoacido contenuto nei legumi, a far montare il liquido e di più nei fagioli ma in genere tutti i legumi. Si può utilizzare l’acqua per la cottura in casa dei legumi ed anche l’acqua contenuta nelle lattina di legumi, fate comunque attenzione oltre al sale contenuto, agli altri eventuali ingredienti. Se vi chiedete se poi si sentirà il gusto dei ceci vi posso assicurare: assolutamente no! Non si sente cotto ma anche crudo (l'ho provato assaggiando le meringhe), non si sente per nulla.

Questo risultato l'ho ottenuto frullando per un minuto l'acqua di cottura dei ceci, se avete attrezzi più indicati o lo fate più a lungo potete ottenere una cosa ancora più consistente. Non si smontano facilmente, un po' si separa il liquido ma la parte sopra resta compatta.
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Quali ricette quindi ora non sono più un tabù per noi vegani? Io ho pensato a queste, dolci: meringhe, meringhe pie, biscotti per tiramisù, mashmellows, macarons, decorazioni x cupcake, pavlova, torrone, lingue di gatto, glassa reale, pasta di zucchero, amaretti, soufflé. Ve ne vengono in mente altre?

Ho già provato a fare alcune cose dolci, sto sperimentando, ho per esempio aggiunto degli albumi montati nei cupcake e guardate che sofficità maggiore che danno, guardate quanti buchetti.
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Insomma questa è una scoperta incredibile che non ci limita più in nulla: tutto è veganizzabile!

A me personalmente non sono mai piaciuti molto i dolci fatti con tanti albumi, come per esempio le meringhe, ma per sperimentare posso farlo di sicuro, voglio proprio vedere la faccia degli onnivori! Invece mi manca un po’ il torrone e sicuramente mi manca la mousse (che avevo riprodotto con grandissimi risultati qui) ed il soufflé! E così mi rimetto all’opera. E voi cosa sperimenterete ora? Postate i vostri esperimenti!

lunedì 20 aprile 2015

Pasticcio di patate e verdure

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Questo pasticcio è una meraviglia, volevo fare un pasticcio con più strati e mescolare insieme verdure e patate ed ho pensato ad utilizzare diverse preparazioni, soprattutto le patate sotto sono morbide, il purè è cremosissimo e sopra le patate vengono croccanti e stuzzicanti! La verdura che ci mettete è a vostra scelta, quella che preferite andrà bene, io ho utilizzato porro e radicchio per avere un bel contrasto dolce-amaro! Buon appetito! ^_^

Ingredienti
- 4 patate
- ½ carota
- verdure a scelta (io radicchio rosso e porro)
- olio evo
- aglio in polvere
- pepe bianco
- paprika
- latte vegetale (io di soia)
- lievito alimentare in scaglie
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Cucinate al vapore la carota (potete anche lessarla, io ne ho cucinate al vapore diverse per un’altra preparazione e ne ho usata mezza per questa ricetta). Lessate una patata bella grande o due piccole. Affettate finissima ½ patata con la mandolina e le restanti due e mezzo tagliatele con il coltello di 3-4 mm. Cucinate insieme, solo un goccio di olio, il radicchio rosso ed il porro tagliati a pezzettini piccoli, coprite di acqua, mettete un coperchio e fate andare a fuoco vivo per meno di 10 minuti, togliete il coperchio, l’acqua si asciuga, le verdure sono pronte.

Frullate insieme la patata lessa e la carota con le spezie ed il lievito alimentare, aggiungete il latte vegetale per rendere fluido e cremoso il purè, non deve essere difficile da versare.

Ora possiamo comporre il pasticcio: prendete una pirofila, versate dell’olio, mettete due/tre strati di patate, coprite con uno strato di verdure, strato di purè di patate e carote, quindi sistemate le patatine fine fine a decorazione. Sporcate di olio ed infornate in forno con temperatura al massimo per una mezz’oretta. Vedrete che un po’ si gonfia (è il purè che cresce in forno, poi scende), quando prende colore e i bordi delle patate sopra cominciano a scurirsi, provate ad inserire uno stecchino o una forchetta fino in fondo per vedere se le patate sotto sono cotte. In questo caso mettete solo per pochissimi minuti il pasticcio sotto il grill ed è pronto. Servite caldo.
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Monoporzione

mercoledì 15 aprile 2015

Pesto di pistacchi e limone

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Adoro il pesto e mi piace sbizzarrirmi a crearne sempre di nuovi. Avevo voglia di usare i pistacchi, con il loro sapore particolare e volevo aggiungerci la freschezza del limone. Sono rimasta elettrizzata da questo pesto, il sapore del limone è così piacevole che viene bene qualunque preparazione, anche solo semplicemente spalmato su una fetta di pane! La preparazione è semplicissima e velocissima e si conserva a lungo, come tutti i sughi ricchi di olio.

Ingredienti
- 1,5 vasetto di pistacchi
- 1 spicchio di aglio
- buccia di mezzo limone bio
- lievito alimentare in scaglie
- sale
- olio evo

L’unità di misura è quella del vasetto che conterrà poi il pesto, come vedete dalla foto è piccolino. Se volete seguire la mia ricetta alla lettera mettete tutto nel frullatore e frullate per bene. Il consiglio comunque è di aggiungere il limone un po’ per volta giusto per trovare il vostro equilibrio, non deve essere prevalente. L’olio deve essere in quantità tale da rendere morbido e fluido il pesto, una volta messo nel vasetto aggiungetene ancora un pelo.
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giovedì 9 aprile 2015

Pinza triestina

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Per Pasqua è tradizione qui a Trieste preparare 3 dolci: la Titola (il crocefisso), il Presnitz (la corona di spine) e la pinza (il pane). Finalmente pubblico la pinza, ultimo dolce del trittico che mancava all’appello. L’impasto della pinza è lo stesso delle titole, quindi volendo potete usare anche quello per fare questo dolce, qui l’ho rielaborato e nel tempo è quello che mi soddisfa di più, sia per la capacità del mio licoli di rendere le preparazioni belle soffici, sia per il gusto, ora molto più vicino a quello originale: gli aromi fanno proprio dimenticare che non ci sono le uova! ^_^

Ingredienti
- 75g di licoli
- 150g di latte di soia (o altro vegetale)
- 110g di zucchero di canna
- buccia grattugiata di 1 arancia bio (o 1C di polvere di buccia d’arancia o una fialetta di arancia)
- buccia grattugiata di 1 limone bio
- 1c di vaniglia in polvere
- 450g+75g di farina di tipo 2 (semi integrale)
- 75g di olio (io 45g di olio di girasole deodorato + 30g di olio d’oliva)
- 6g di sale

Preparate il poolish con il licoli e pari peso di acqua e farina e lasciate tutto il pomeriggio a riposare. La sera preparate l’impasto con tutti gli altri ingredienti, inserendoli nell’ordine indicato, maneggiate a lungo, quindi lasciate lievitare tutta la notte. La mattina, se l’impasto è cresciuto manipolatelo, quindi fate più volte le pieghe a tre e rimettete a lievitare tutto il giorno. La sera rimaneggiate l’impasto sgonfiandolo, fate le pieghe a tre quindi pirlate l’impasto e mettetelo sulla teglia della cottura, coperta da carta forno. Fate lievitare fino al mattino.

Al mattino accendete il forno al massimo, quando caldo spennellate l’impasto con del latte vegetale e fate, partendo dall’esterno verso il centro, tre tagli poco profondi vicino ai bordi e più profondi al centro (2-3 cm o più a seconda di quanto è alta la pinza). Infornate per pochi minuti al massimo della temperatura quindi abbassate a 170° e cucinate per 30 minuti. Fate raffreddare completamente prima di mangiare.

Con questo impasto viene una pinza dalla grandezza normale, più di un chilo, potete farne di più piccole o più grandi modificando le proporzioni. Il mio licoli in questo periodo fa un po' più fatica con i dolci e ha raddoppiato l’impasto in circa 8 ore, se il vostro è più forte potete ridurre i tempi, in particolare l’ultima lievitazione, per evitare che poi collassi, controllatela attentamente. È un impasto un po’ morbido infatti la pinza si appiattisce un po’, se la volete un po’ più alta mettete un po’ più di farina nell’impasto o un po' meno liquidi, oppure usate un licoli bello attivo che cresca in meno tempo. Il tempo di cottura dipende dal forno e dalla grandezza della pinza, cucinate un po’ come fareste con il pane, verificate che non scurisca troppo, potete anche mettere un “cappello” di stagnola per aiutarlo a restare più chiaro a lungo e controllate la cottura “bussando” sul fondo della pinza, come fareste con il pane, per verificare che sia cotta (se suona vuota è pronta). Volendo si può spennellare la superficie con del latte mescolato a del dolcificante, così viene un po’ più lucido, fate però attenzione che scurisce subito. I tagli spesso vengono fatti con le forbici, cosa più facile da fare con gli impasti più piccoli.
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Se volete potete fare anche delle versioni mignon, da 60g l'una, che vedete qui sotto (una è da 80g). L'idea l'ho presa dai paninetti da buffet: prima dell'ultima lievitazione prendete 60g di impasto, fate le pieghe a tre, pirlate e lasciate lievitare, poi al momento della cottura spennellate con del latte vegetale e fate i tagli con le forbici. In forno per 10-12 minuti a 180°.
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Questa ricetta regionale la dono a Daria per la sua raccolta Integralmente.

martedì 31 marzo 2015

Frittelle di spinaci

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Ciao a tutti, scusate dell’assenza, sono stata presissima con il lavoro e non ho avuto neanche un minuto libero … mi perdonate?

Pasqua si avvicina ed io vi propongo una ricettina d’antipasto molto facile e carina, delle frittelle d’impatto cromatico, buone e soffici, perfette da mangiare così o da usare per spalmarci sopra formaggi vegetali, hummus, creme o salse varie. Sono perfette anche per il picnic di Pasquetta.

Ingredienti
- 5C di farina di ceci
- 5C di farina di tipo 2 (semi integrale)
- spinaci freschi o surgelati
- sale
- pepe bianco
- aglio in polvere
- noce moscata
- bicarbonato
- olio evo

Fate una pastella con le farine e le spezie, io ho usato l’acqua ma potete usare anche altri liquidi, come la birra, l’acqua gassata o latte vegetale a scelta. La densità della pastella dev’essere come quella delle crêpes, poi vi regolate dopo aver aggiunto gli spinaci. Di bicarbonato va una punta di cucchiaino per la quantità di frittelle che vedete in foto, se ne fate di più ovviamente aggiungete un po’ più di bicarbonato, che serve per aggiungere aria e creare le bollicine, così le frittelle vengono più soffici. Se volete potete usare anche solo farina di ceci o sostituire la farina di frumento con altra farina senza glutine, così sono più leggere, oppure scegliete le farine che preferite.

Cucinate gli spinaci, scolateli, fateli raffreddare quindi frullateli. Aggiungete gli spinaci alla pastella, se troppo densa, aggiungete ancora un po’ di liquido. Sporcate appena una padella antiaderente con pochissimo olio, versate un cucchiaio di pastella e cucinate su entrambi i lati. Servite calde o tiepide, sono più buone.
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Allegre e colorate mando queste frittelle a Daria per la sua raccolta Integralmente.

sabato 14 marzo 2015

Frico friulano vegan II

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Il frico friulano è una ricetta tipica della mia regione e come ingrediente principale ha il formaggio, quindi non è facile rendere una versione vegana. Ma tutto è possibile! Una prima versione fatta con il tofu, e presentata in versione moderna, l’ho già fatta, due anni fa, proprio in questo periodo e la trovate qui. Questa versione invece è stata fatta qualche mese fa, quando Aida, nel suo gruppo per mangiare vegano per 21 giorni, aveva chiesto la versione vegan del frico. Non l’ho fatta subito, ci ho pensato su e l’ho fatta qualche settimana dopo. Ho fatto una versione simile a quella fatta da Tamara, che ringrazio per l’ispirazione, la cui videoricetta potete trovare qui. Dalla sua ricetta ho cambiato giusto poche cose, in particolare la preparazione del formaggio, io uso una versione della mozza vegan, rielaborata giusto un pochino.

Ingredienti per il frico
- olio evo
- 1 patata grande
- ½ cipolla
- formaggio da frico
- sale
- pepe
- polenta per accompagnare

Ingredienti per il formaggio da frico
- 4C di olio evo
- 3C di farina di tipo 2 (semi integrale)
- 320ml di latte di soia
- 3C di lievito alimentare in scaglie
- aglio in polvere
- sale
- paprika forte
- 1C di yogurt di soia
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Preparate una padella antiaderente di media dimensione con dell’olio. Sbucciate la patata e la cipolla, tagliate la patata a cubetti e la cipolla a fettine, mettete la cipolla in padella e fate andare a fuoco vivo per un paio di minuti, quindi aggiungete le patate, coprite con l’acqua e mettete un coperchio. Cucinate finché l’acqua si asciuga e le patate diventano morbide ma non troppo.

Ora preparate il formaggio: mettete l’olio e la farina in una padellina e mescolate bene per fare la roux, quindi aggiungete qualche cucchiaio di latte di soia per ottenere una cremina senza grumi. Quando sarà bella fluida aggiungete altro latte di soia e mescolate per ottenere una cremina bella liscia e via così finché potete aggiungere tutto il resto del latte. Aggiungete ora anche il lievito e le spezie. Mettete sul fuoco e, mescolando sempre, cucinate il composto finché si addensa. A questo punto aggiungete un cucchiaio di yogurt e mescolate bene.

Versate il formaggio sopra il composto di patate e cipolla, mescolate e fate cucinare a fiamma viva per formare la crosticina, muovendo nel contempo un po’ la padella per non farla attaccare. Delicatamente giratela sull’altro lato e cucinate anche di là. Quando pronto fatelo raffreddare un pochino e poi servitelo tiepido con della polenta. A dire il vero a me piace di più il giorno dopo perché nel frattempo il formaggio si è compattato ed è tutto tenuto insieme alla perfezione.

Le foto si riferiscono al frico del giorno dopo, se volete servirlo subito bello fumante, sarà anche più morbido con il formaggio fuso (non filante ma fuso sì). Per fare il formaggio potete usare anche fecola o amido di mais al posto della farina e potete aggiungerci altre spezie a vostro piacere. La polenta che ho usato io è quella taragna. La porzione è per una persona abbondante o per due persone. Vi consiglio comunque di mangiare prima una bella insalata fresca, così per sgrassare il piatto, che è bello penzo ma da provare … perché è veramente goloso!
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sabato 7 marzo 2015

Panzerotti integrali al radicchio

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Cambiamenti in vista! Sto cambiando la parte grafica del blog, per quanto mi piacesse molto il viola ho notato che non sempre è facile vedere viola su viola, inoltre è tempo di innovare un po’, per ora ho tolto lo sfondo viola ma presto cambierà altro, non ho ancora finito! Poi è da molto tempo che voglio pubblicare recensioni di ristoranti, aggiungere informazioni su di me, fare dei contest, ma resto sempre indietro … non ho neanche celebrato il 3° anniversario del blog lo scorso ottobre. Allora, un piccolo passo alla volta ma li farò perché ne ho voglia … voi assecondatemi in questi miei tempi eh!

Per cominciare ho aggiunto una descrizione dei prodotti che utilizzo, che mancava da troppo. In realtà più che la descrizione dei prodotti ho aggiunto il perché ne uso certi e non altri e, visto che queste scelte sono frutto del mio percorso vegano, non potevo esimermi dal raccontarvele. Così non è che i vegani devono per forza scegliere questi prodotti e ci sarebbero da fare comunque altre scelte per cercare di impattare il meno possibile sull’ambiente, sulla vita animale e di tutto il nostro pianeta, passo passo cerco di fare del mio meglio, quindi sono ben accetti consigli e suggerimenti. Le vecchie ricette restano così, sono anche loro frutto del mio percorso, anche se ora uso altri ingredienti per riprodurle. Chissà che un giorno riesca a mettere una nota su ogni ricetta con le indicazioni di questa mia scelta. Per ora vi lascio le informazioni che potete trovare nella pagina Sugli ingredienti.
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Ingredienti per i panzerotti
- 50g di licoli
- 50g +100g di farina di tipo 2 (semi integrale)
- 1C di malto d’orzo
- 150g di farina integrale
- 6g di sale

Ingredienti per il ripieno
- radicchio rosso
- olio evo

La mattina rinfrescate il licoli con 50g di acqua e con 50g di farina semi integrale, lasciate lievitare tutto il giorno. La sera aggiungete 150g di acqua e poi gli altri ingredienti nell’ordine, uno alla volta (malto+farine+sale). Mettete a lievitare e per le due ore successive fate le pieghe in ciotola ogni 15 minuti. Dopo queste due ore mettete in frigo coperto con la pellicola e lasciate tutta la notte.
La mattina seguente tirate fuori l’impasto, tenetelo a temperatura ambiente per un paio d’ore quindi impastatelo bene, fate due pieghe a fazzoletto, pirlate e mettetelo in una ciotola a lievitare fino al raddoppio.

Al raddoppio impastate bene e stendetelo sul tavolo con un mattarello, aiutatevi con della farina per evitare che si attacchi dappertutto e con un coppa pasta rotondo ricavatene dei cerchi abbastanza grandi da poterci mettere dentro il ripieno, preparato precedentemente e già raffreddato. Chiudete i panzerottini e fissate bene le chiusure prima con le dita e poi io ho usato anche i rebbi di una forchetta. Metteteli nelle teglie e lasciate riposare e crescere, quando sono pronti metteteli in forno a 180° per circa 15 minuti, cucinateli osservando bene quando sono cotti, ogni forno è diverso.

Il ripieno è fatto semplicemente con del radicchio stufato e, una volta pronto, ho aggiunto un po' di olio. Facilissimo e superveloce.
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Questi panzerotti li mando a Daria per la sua raccolta Integralmente.
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